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È un viaggio affascinante quello che ci invita a fare Jula de Palma, una delle artiste più originali nel panorama italiano della musica leggera e del jazz.
Il suo stile, garbato e confidenziale, ridà colore a immagini che conosciamo in bianco e nero, ricostruisce scenari, affastella aneddoti, tra fumosi night club e corti sontuose, e ci porta in un'altra epoca. Quando la televisione si guardava nei bar, quando Sanremo era il centro della musica leggera, quando gli artisti viaggiavano in treno e, con avventurose trasferte, provavano a portare in giro la nostra tradizione musicale.
Dettaglio e passione, sacrificio e lustrini convivono nel racconto minuzioso, quasi diaristico, di un percorso artistico e insieme personale. E, leggendo, sembra quasi di sentirla la voce della signora del jazz.
Jula de Palma, cantante di grande successo e signora del jazz italiano, debutta giovanissima
in radio ed è la prima voce a intonare, in diretta, le note di una canzone alla neonata TV italiana. Nella prima fase della sua carriera incide numerose canzoni in francese, canta con la famosa "orchestra d'archi ritmica" di Lelio Luttazzi ed è la voce solista della Band di Carlo Loffredo e dell'orchestra di Corni Kramer.
Il suo modo di cantare particolarissimo, la sua vocalità moderna e il suo naturale senso dello swing, assolutamente innovativi rispetto ai canoni italiani dell'epoca, le varranno lo scomodo nome di "cantante per musicisti".
Partecipa a diverse edizioni del Festival di Sanremo tra il 1955 e il 1961; la canzone che resta indissolubilmente legata al suo nome è Tua, presentata al Festival del 1959, che grazie a un'esecuzione memorabile sarà premiata dalle giurie e amata dal pubblico, ma verrà sommersa dalle polemiche a causa di un'interpretazione giudicata troppo sensuale dalla rigidità dei funzionari RAI e da certa stampa bigotta.
Jula de Palma è, nel 1970, la prima artista donna a ottenere un recital tutto suo al teatro Sistina di Roma, a dirigerla è il maestro Gianni Ferrio, da lei definito "il Genio"; i musicisti, tutti affermati solisti, sono personalmente scelti e indicati dalla cantante e il teatro è stracolmo di pubblico, personaggi del cinema, musicisti.
Dopo solo qualche anno, la fine della sua carriera con il ritiro volontario dalle scene e il trasferimento in Canada, perché, ci dice Jula: «Non volevo scendere "l'altro lato della collina", come dicono gli americani! Speravo e volevo concludere mentre ero ancora nella mia estate. Volevo che il mio nome restasse sospeso nel vuoto e che il pubblico si domandasse dov'ero andata a finire, forse anche con un poco di nostalgia».
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